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Sognare di Diventare un Cavaliere Medievale: Significati in Psicanalisi

Copertina libro cavaliere con elmo e armatura.

Nel Medioevo, il ruolo del cavaliere aveva un prestigio senza precedenti. Chiunque sognasse di diventare un cavaliere medievale non solo desiderava la fama o l’onore, ma anche l’onere di dover rispettare un preciso insieme di regole e di virtù morali. Ma prima di entrare in questi dettagli, vediamo come si diventava un cavaliere nel Medioevo.

Un diavolo equivoco che molti commettono è pensare che chiunque potesse diventare un cavaliere. In realtà, la strada verso la cavalleria era lunga e difficile. Spesso, la formazione iniziava in tenera età, quando un ragazzo proveniente da una famiglia nobile veniva inviato ad un altro signore come paggio. Lì, imparava a servire, a comportarsi e a capire le regole dell’etichetta cortese. Attorno ai 14 anni, il giovane paggio veniva promosso a scudiero, e iniziava a servire direttamente un cavaliere, imparando a maneggiare le armi e ad avere cura dei cavalli.

Ma non era sufficiente diventare scudiero per essere nominato cavaliere. Occorreva dimostrare coraggio, forza fisica e lealtà. Solo dopo aver dimostrato queste qualità, generalmente intorno ai 21 anni, un scudiero poteva sperare di essere nominato cavaliere. La cerimonia era solenne e ricca di significato, spesso accompagnata da un bagno rituale, una veglia di preghiera e, infine, l’investitura, durante la quale un uomo di rango superiore, spesso un altro cavaliere o un signore, conferiva la spada e gli spingardi al nuovo cavaliere.

Chi poteva creare un cavaliere? Nella maggior parte dei ordinamenti feudali, solo il sovrano aveva il diritto di creare cavalieri. Tuttavia, in assenza del sovrano, un cavaliere poteva elevare un altro cavaliere quando si trovavano sul campo di battaglia.

Passiamo ora alle caratteristiche del cavaliere medievale. Un cavaliere doveva essere il massimo esempio di virtù morali e dell’arte della guerra. Oltre a essere un abile guerriero, un cavaliere doveva possedere una serie di caratteristiche che andavano ben oltre il coraggio fisico. Queste includevano la generosità, la lealtà, la cortesia, l’onore e la capacità di proteggere i deboli e gli indifesi.

Non dimentichiamo le virtù del cavaliere, insegnate fin dall’infanzia e centrali nella sua esistenza: la lealtà verso il proprio signore e la propria dama; il coraggio, che non significa solo non avere paura, ma anche avere la forza di affrontare le proprie paure; la generosità, espressa nell’aiutare gli altri e nella condivisione delle ricchezze; e infine, la giustizia, che richiede al cavaliere di essere sempre equo e imparziale nelle sue decisioni.

Diventare un cavaliere nel Medioevo non era quindi solo questione di forza fisica o di abilità in battaglia. Era necessario dimostrare virtù morali, rispetto per le regole, lealtà verso il proprio signore e capacità di proteggere i più deboli. Un ideale che ancora oggi, in un’epoca così diversa, può insegnarci molto.

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